L’esercizio provvisorio nel nuovo codice della Crisi d’Impresa

Il nuovo codice della crisi di impresa si concentra essenzialmente su due elementi:

  • la prevenzione della crisi di impresa
  • la continuazione dell’attività di impresa

che devono tradursi:

  • nell’analisi costante della situazione economica, patrimoniale e finanziaria dell’impresa tramite lo studio dei dati storici e prospettici, nonché dei dati consuntivati e
  • nella ricollocazione dell’azienda sul mercato anche durante l’insolvenza accertata.

L’ esercizio provvisorio dell’impresa e l’affitto d’azienda prodromico alla cessione non sono l’effetto della cesura tra processo fallimentare ed il mercato delle aziende insolventi, ma della circostanza che entrambi gli istituti sono strumenti moderni per la valorizzazione della continuità aziendale in un ambito di insolvenza che non deve più essere considerata nella sua accezione negativa di dissesto. L’esercizio provvisorio, l’affitto, la cessione dell’azienda diventano gli strumenti di salvataggio dei valori insiti nei segni distintivi dell’impresa, nelle autorizzazioni, nelle concessioni e/o nelle licenze, nell’avviamento che, seppur in condizioni di perdita economica, vengono mantenuti sul mercato ai fini di un loro rilancio e quindi al fine di generare un beneficio economico di cui gli stessi creditori dell’impresa fallita, potrebbero avvalersi.

Per poter dare corso agli strumenti di “continuità aziendale” è necessario che gli Organi della procedura si esprimano positivamente, da un lato il Tribunale nella sentenza di fallimento, dall’altro il Curatore nel caso in cui a seguito dei primi accertamenti verifichi la remuneratività dell’esercizio provvisorio anche ai fini della cessione futura dell’azienda, da ultimo il Comitato dei Creditori che esprime un parere obbligatorio, dato che rappresentando la massa creditoria deve a tutelarne gli interessi.

Il Curatore deve mettere il Comitato dei Creditori, nelle condizioni di essere sufficientemente informato, per poter procedere a valutare positivamente l’apertura dell’esercizio provvisorio; i dati di cui deve disporre il Comitato dei Creditori sono di natura economica, patrimoniale ma anche finanziaria e non devono riguardare solo il periodo temporale immediatamente successivo all’apertura del fallimento, ma la convenienza dell’esercizio provvisorio deve riguardare un arco temporale a medio / lungo termine così da permettere ad un’impresa, comunque in difficoltà, di riequilibrare la gestione caratteristica e finanziaria.

Un piano rigoroso e minuzioso relativo alle risorse finanziarie funzionali alla continuità aziendale derivante dalle entrate attese dei ricavi pronosticabili, secondo il codice crisi di impresa, costituisce il criterio dell’ opportunità alla prosecuzione dell’esercizio dell’impresa; l’analisi comparativa costi / benefici della continuità rispetto alla situazione fotografata all’apertura dell’esercizio provvisorio, permette agli Organi della procedura di giustificare la scelta di proseguire l’attività, piuttosto che cessarla e vendere atomisticamente i beni costituenti l’azienda medesima.

Qualora l’analisi non faccia prevalere i benefici sui costi della continuazione dell’impresa in un arco temporale ragionevole, gli Organi della Procedura ordineranno la cessazione dell’esercizio provvisorio, il curatore dovrà rendicontare l’attività prestata ed il Comitato dei Creditori accertare tutte le circostanze sopravvenute che possano aver influito negativamente sulla prosecuzione dell’esercizio.

La tutela dell’organizzazione di beni e di persone rappresenta lo strumento principe ai fini sia del miglior soddisfacimento dei creditori (obiettivo principale della legge fallimentare) sia ai fini di preservare la continuità di un’impresa (elemento cardine su cui si fonda la riforma della legge fallimentare). A monte di questa valutazione, il nuovo Codice della Crisi di Impresa introduce il secondo paradigma fondamentale, ossia la prevenzione della crisi.

Prevenire significa far emergere le criticità di gestione, siano esse finanziarie, economiche, patrimoniali, in un momento temporale anticipato rispetto all’insolvenza, tale per cui con gli strumenti di gestione della crisi si possa giungere al risanamento dell’impresa stessa.

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Approccio alla risoluzione: perché sono importanti il “Fattore Umano” e “l’Intelligenza Artificiale”?

Il fattore umano, nel nuovo codice della crisi, assume una funzione strategica, e, contrariamente a ciò che può sembrare a seguito della introduzione repentina e massiccia della digitalizzazione del lavoro, il lavoratore adeguatamente formato e dotato di attitudini professionali specifiche è l’unico elemento ancora insostituibile all’interno della realtà aziendale. È necessario introdurre nel complesso dei beni organizzati anche il concetto di professionalità. Il fattore umanoin ambito di crisi, rappresenta la continuità, il business che viene affittato/ceduto, non può fare a meno del fattore umano che con la propria professionalità e la propria rete relazionale assicura il going concern aziendale.

La professionalità del fattore umano unito alla componente di intelligenza artificiale che genera modelli, previsioni e raccomandazioni tendenti a migliorare l’efficacia nel tempo delle singole attività aziendali, non può che essere il fattore di successo dell’impresa stessa.

Partendo quindi da un obbligo normativo (costituzione degli adeguati assetti), si raggiunge l’obiettivo della rilevazione tempestiva della crisi di impresa, al fine di adottare tempestivamente gli strumenti necessari per la risoluzione della crisi medesima, attraverso la combinazione di due fattori: il fattore umano e l’intelligenza artificiale che, in ogni caso, deve essere sempre interpretata e verificata attraverso la professionalità che deve caratterizzare il lavoratore.

L’introduzione dell’intelligenza artificiale applicata all’attività imprenditoriale dell’impresa comporta:

  • un’efficienza in termini di tempo
  • un’efficienza in termini di riduzione di carico di lavoro
  • una convenienza in termini di costi

ma non comporta l’eliminazione di ogni errore. I rischi di derivazione tecnologica e di malfunzionamento del sistema uniti ai rischi di apprendimento automatico dovuti al fatto che l’intelligenza artificiale non prevede alcuna flessibilità nonostante possa essere necessaria con il mutare di fattori esogeni all’impresa medesima, se non opportunamente controllati dalla professionalità umana, possono comportare un default imprenditoriale.

Come può avvenire il processo di prevenzione dello stato di crisi nella pratica?

Lo studio della “salute dell’impresa” può essere effettuato seguendo queste fasi:

  1. analisi della estrazione di dati e di informazioni organizzative, amministrative e contabili di base, sia riferiti all’impresa sia riferiti al mercato ove l’impresa opera;
  2. adozione di un modello che consenta la classificazione delle informazioni sopracitate in un campione di aziende;
  3. adozione di un modello che faccia emergere i cosiddetti early warning sia riferiti all’impresa oggetto di analisi sia riferiti alle condizioni generali del mercato di riferimento;
  4. definizione dell’algoritmo di Machine Learning;
  5. definizione di indici e flussi automatizzati (grazie all’efficientamento dell’intelligenza artificiale) che permettano di monitorare lo stato di salute dell’impresa dal punto di vista patrimoniale, economico e finanziario;
  6. analisi dei risultati emersi sia in relazione all’impresa oggetto di verifica, sia in relazione al mercato di riferimento.

I dati ottenuti tramite l’algoritmo del Machine Learning permettono di verificare diversi elementi che compongono l’assetto organizzativo imprenditoriale:

  • modelli di governance con indicazione della presenza delle quote rosa e dell’età dei decision marker
  • compagine societaria
  • presenza dell’organo di controllo
  • modello del principal owner

l’impatto dei fattori sopra esposti sulla solidità e sulla continuità aziendale permettono anche di individuare determinati cluster aziendali, ed attraverso l’applicazione del metodo delle feature selection si possono ottenere miglioramenti nell’efficientamento dell’algoritmo della Machine Learning.

Beneficio ottenibile: riorganizzazione aziendale e nuovo assetto organizzativo, amministrativo e contabile.

La gestione del rischio aziendale, la prevenzione dello stato di crisi, la definizione di interventi tesi alla risoluzione delle problematiche aziendali, mediante l’utilizzo dell’algoritmo di Machine Learning, è sicuramente un processo complesso, ma i benefici che potrà portare in termini di risparmio di tempi di rilevazione degli accadimenti aziendali e di riduzione dei costi necessari per sostenere gli interventi mirati alla risoluzione delle criticità, indurranno sempre di più gli imprenditori a creare un efficientamento dei fattori produttivi, di cui è parte anche il fattore umano, della propria organizzazione puntando sul design industriale, strutturato nel modo più lineare possibile mediante l’applicazione di procedure ben definite che permettono di rilevare in modo tempestivo ed anticipatorio, ogni criticità aziendale, senza dimenticarsi del fattore umano che godrà sia dei benefici derivanti dall’adozione del welfare aziendale, nonché dal riconoscimento di benefici anche in termini di formazione e avanzamento di professionalità.

Successivamente, l’emittente deve portare avanti le fasi di due diligence e di predisposizione del documento di ammissione, sviluppando allo stesso tempo l’equity story e la strategia di marketing. A seguito, ci sarà la presentazione agli azionisti del consorzio ed il confronto con gli investitori, che porterà alla definizione di un range valutativo. Queste attività preliminari sono essenziali per l’incontro con gli investitori e la raccolta degli ordini (c.d. Bookbuilding), che porterà alla definizione del prezzo di quotazione.

La durata complessiva del processo risulta almeno pari a 6 mesi.

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  • nell’emersione tempestiva della crisi di impresa;
  • nell’approccio alla risoluzione con interventi mirati;
  • nel monitoraggio della continuità aziendale.

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Simona Brambilla

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