L’innovazione dei prossimi 10 anni: Industria 5.0

I principi dell’Industria 4.0, termine utilizzato per la prima volta in Germania ormai 10 anni fa, hanno raggiunto, ad oggi, un buon livello di maturità ma la transizione tecnologica è ancora in atto ed è ben lontana dal definirsi compiuta.

Negli ultimi anni, specialmente con la crisi nata con la pandemia di Covid-19, si è resa evidente la necessità di ripensare alle metodologie, ai processi, agli spazi e ai tempi di lavoro in quanto si è palesata la vulnerabilità dell’Industria e dei modus operandi delle aziende.

Da ciò nasce dunque l’interrogazione sul ruolo dell’industria moderna, e nello specifico il suo ruolo nella società:

  • Come sfruttare al meglio la tecnologia per ridurne l’impatto sociale?
  • Come sfruttare al meglio la tecnologia per ridurne l’impatto ambientale?

O meglio: come sfruttare al meglio la tecnologia per rendere l’uomo più efficiente e più efficace, senza snaturarlo, ma più che altro facendolo evolvere ad un piano esistenziale superiore, in un ambiente sano?

Da Industria 5.0 a Società 5.0

Con queste domande, che pongono l’individuo al centro della “quinta rivoluzione industriale” si è arrivati a ipotizzare il concetto di Industria 5.0, che non punta tanto alla continuità nei confronti della ben conosciuta Industria 4.0, ma ne stravolge alcuni punti chiave, tanto da definirla anche come “Società 5.0”.

Ma perché viene utilizzato il termine “Società”? L’obiettivo di Industria 5.0 è differente rispetto a quello di Industria 4.0: le tecnologie (che possiamo individuare in interazione uomo-macchina, biotecnologie, simulation, analisi dei flussi e dei dati, IA ed efficienza energetica) vanno spinte non solo a livello industriale ma anche e soprattutto nella quotidianità di tutti i cittadini europei, con l’obiettivo di generare migliori condizioni produttive / di profitto e migliori condizioni di vita.

Proprio qui sta il concetto centrale rimarcato dalla Commissione Europea: questa nuova Società 5.0 si serve e sfrutta efficacemente la tecnologia al pieno del suo potenziale, contrariamente a quanto accade oggi, dove l’uomo rincorre e si adatta ad una evoluzione sempre più veloce e, quasi sempre, più veloce di lui.

I principi di Industria 5.0

I principi presentati dalla Commissione Europea sono 3 e sono descritti brevemente di seguito.

La centralità umana: l’essere umano deve essere al cuore del processo produttivo. Le macchine e l’intelligenza artificiale non devono essere una fredda sostituzione della manodopera, piuttosto devono rappresentare per il lavoratore un’opportunità di formazione e di crescita. La velocità con cui le tecnologie si sviluppano e si sostituiscono obbliga a vedere il lavoratore come un investimento, la cui formazione all’utilizzo delle nuove tecnologie deve seguire necessariamente questo andamento.

Nascerà la Super Smart Society, governata dalla cooperazione intelligente tra esseri umani, macchine e tecnologie facilmente accessibili.

La sostenibilità: l’utilizzo delle energie rinnovabili deve essere sempre maggiore, così come il riutilizzo di energia che produrranno minori sprechi. La diffusione di questa cultura deve essere gestita in modo tale da:

  • Non cannibalizzare le risorse future, in nome delle necessità energetiche odierne;
  • Vivere in un ambiente sano e più a contatto con la natura;

La resilienza: questo principio si riferisce alla necessità di sviluppare un livello di robustezza infrastrutturale dei contesti industriali attuali decisamente più alto di quello odierno, criticità messa in luce dalla pandemia mondiale.

 

Conclusione

L’Industria 5.0, o “Società 5.0” vuole riconoscere all’Industria il potere di raggiungere obiettivi sociali al di là dei posti di lavoro e della crescita per diventare un resiliente fornitore di prosperità umana, facendo sì che la produzione sia rispettosa del nostro pianeta e mettendo il benessere dell’uomo al centro del processo di produzione.

La Società 5.0 non avrà effettivo riscontro nell’industria prima di qualche anno.

In attesa di beneficiare delle future agevolazioni e dei piani di investimento di 5.0, oggi è ancora possibile usufruire degli aiuti della “vecchia” normativa Industria 4.0 e dell’attuale “Transizione 4.0”, che ha l’obiettivo di dare stabilità e certezze alle imprese con misure che hanno effetto da novembre 2020 a giugno 2023, con particolare riferimento a:

  • Maggiorazione delle aliquote di agevolazione del credito d’imposta per l’acquisto di beni materiali e immateriali;
  • Maggiorazione delle aliquote di agevolazione del credito d’imposta per l’acquisto di beni 4.0, sia materiali che immateriali;
  • Ricerca e sviluppo, design, innovazione, innovazione digitale 4.0 e transizione ecologica;
  • Formazione 4.0.

 (riproduzione riservata)

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